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Un vicolo stretto come un budello, dove sembra concentrarsi tutta la miseria "anche se allegra" del piccolo paesino, una dozzina di ragazzi che, dopo essersi aggirati per le vie per guadagnare qualche soldo con dei lavoretti, verso mezzogiorno si ritrovano a giocare, urlare, ad accapigliarsi. Ed ecco arrivare Mastro Vito il Banditore con una notizia che lascia tutti esterrefatti, sconvolge e "mette sossopra" la piccola comunità: il sindaco impone l'obbligo scolastico. Liddu Spiga, Cicciu Malerba, Tanu Sbrizza sono alcuni dei personaggi che animano questo racconto, cui se ne aggiungeranno, nelle altre novelle, tanti altri. E sullo sfondo la campagna siciliana (Mineo, in provincia di Catania, e le sue contrade), colorata dalle vigne, dagli oliveti, dagli aranceti, dalle piante di mentastro e di ampelodesmo, con i suoi prodotti tipici: dall'olio al pecorino con il pepe, dalle olive nere in salamoia alla minestra di fave, dall'uva ai broccoli neri, dai fichi secchi alla cicoria.